Finalmente sono andata al Mercato Centrale

Quando mi capita di fare la cosa giusta nel posto perfetto provo un senso di soddisfazione immediato, che, peró, ha un’onda lunga, un effetto di gioioso stupore che perdura nei giorni successivi e il cui ricordo funziona da benefico cibo di cui mi nutro nei momenti difficili. L’ultima occasione in cui ho provato questa felice condizione è stata qualche giorno fa quando, dopo vari tentativi falliti causa ascensori rotti (per chi vuole sapere tutta la storia, ho scritto un post la scorsa estate su quesa disavventura!),  pneumatici bucati, treni in sciopero e mal di gola della pargola, sono finalmente riuscita ad andare a vedere il primo piano del Mercato centrale di Firenze, quello che per restaurarlo e trasformarlo in un moderno tempio del mangiare ci sono voluti tantissimi soldi e molto tempo. Ma, devo dire, ne valeva la pena. Forse non fa chic dimostrare un aperto entusiasmo, peró é proprio quello che ho provato osservando come sono stati organizzati gli spazi e quali sono state le scelte che hanno regalato a Firenze la perla mancante nella corona di strutture polifunzionali  dedicate all’enogastronomia di qualitá e al moderno, ma nemmeno tanto, sistema di approccio al cibo e a ció che rappresenta. Insieme a Eataly in via Martelli e alla Feltrinelli Red sotto i portici in piazza della Repubblica, lo spazio al primo piano del Mercato Centrale a San Lorenzo costituisce il vertice di un ideale triangolo d’oro per l’agroalimentare di qualitá. Come dire che ormai a Firenze non si va piú solo per l’arte e i paesaggi da cartolina e la simpatia (non sempre immediata, lo ammetto) dei fiorentini, ma anche per conoscere e gustare quanto di meglio c’è sotto il cielo di cibolandia.

La parte che mi ha, felicemente, colpito di piú in tanta bontá è stato il concetto di mettere tutto in mostra, di aprire alla vista del visitatore-commensale-cliente le piú diverse situazioni, dalla preparazione dei piatti alla mescita delle bevande. Ogni attivitá ha un punto di esposizione, da come si impasta a come si frigge, dal taglio delle carni alla degustazione delle birre. Anchela scuola di cucina allestita in un’ala del primo piano è tutta a vetri e si vedono gli aspiranti chef o chi segue corsi di perfezionamento mentre stanno lavorando. Una vera festa. Per non parlare della piccola ma fornitissima libreria, il negozo degli utensili, e i banchi con tutti i tipi di pane, carne, salumi, formaggi. C’é persino l’angolo del vegetariano, dove si comprano e si gustano pietanze, ovviamente, solo per palati “verdi”. E poi le spezie, il té, il caffé, i vini… Sono curiosa r ansiosa di vedere cosa organizzeranno per Natale e pregusto giá che sará una festa nella festa.

Cosa ho scelto nelle decine e decine di possibili combinazioni golose? Sono andata sul classico: una battuta al coltello con tartufo e perle di olio aromatico. Semplicemente squisita.

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