
Chi non ama frattaglie e affini non potrà mai apprezzare fino in fondo il gusto di questo piatto, semplicissimo, ‘povero’, ma pieno di sapore. Il lampredotto credo sia consumato solo in Toscana e il panino col lampredotto, da mangiarsi rigorosamente in piedi per strada, è un classico quasi quanto una visita in piazza Duomo a Firenze. Quasi. Comunque le varianti che consente di realizzare se si ha la pazienza richiesta per cucinarlo sono interessanti. A me il lampredotto piace più o meno in ogni versione (gli ho dedicato anche un capitolo nel mio libro!) e ultimamente sperimento molto sul tema, perché ho promesso una “cena col lampredotto” a un carissimo amico appassionato del cibo in question almeno quanto me.
L’idea di questo sugo per accompagnare pappardelle a sfoglia ruvida, la migliore per raccogliere il sapore del condimento, mi è venuta da un’immagine che ha usato Fabrizio Mazzantini, genio creativo della Macelleria Pantano a Viareggio e vero mago nel preparare la carne. Ogni tipo di carne, lampredotto incluso. Qualche giorno fa ha postato su Instagram le foto del ‘suo’ lampredotto, mentre lo preparava per metterlo in barattolo e accennava i vari passaggi necessari per ottenere il meglio da questa carne. E allora ho provato anche io. Ammetto che non è stato semplicissimo, anzi, per me che non sono un’esperta norcina è stato piuttosto laborioso, ma alla fine il risultata mi ha ripagato.
Ho ottenuto un lampredotto cotto come si deve, dalla consistenza morbida e gustosa che ho unito a una base per il sugo fatta con cipolla, aglio, olio nuovo, peperoncino e un cucchiaino di curry dolce. Ho cotto le pappardelle e le ho scolate un pochino al dente, quindi le ho passate in padella col sugo di lampredotto. E sono piaciute a tutti. Mi sa che potrei utilizzare questa variante per la famosa cena… 🙂