Muffin alla carota per il “Ringraziamento”

Dire che nel 2020 non c’è nulla di cui essere grati sarebbe davvero facile. E difficilmente si potrebbero avere smentite clamorose sostenendo questa tesi. Lascio a ognuno di fare il proprio bilancio personale e non vi tedierò con i contenuti del mio (fra alti e bassi, ho comunque un paio di cose di cui essere grata, ma non le elencherò), ma mi piace l’idea di poter dire che almeno al capitolo “cosa succede nel mondo della cucina” qualcosa di buono l’ho scoperto e sono felice di averlo fatto. Questi muffin alla carota vengono da lì. La ricetta è semplice e il risultato versatile perché se aggiungete lo zucchero – che nell’originale non è previsto – virano decisamente sul versante “dolcetti da colazione-merenda-té delle 5 p.m. – se invece li lasciate nature, potete accompagnarli anche con un’ardimentosa versione sapida, tipo fettine di pesce spada affumicato, di prosciutto dolce, verdure in agrodolce e via osando.

Intanto la ricetta, poi vi racconto dove l’ho presa.

INGREDIENTI: 150 grammi di farina integrale di farro, 1 dl di bevanda di riso integrale non dolcificata, 2 uova bio, 150 grammi di carote crude, 0,5 dl di olio di mais (meglio se spremuto a freddo), 1 bustina di lievito per dolci, 2 cucchiai di uvetta, 100 grammi di mirtilli e una presa di sale.

Passate al setaccio e mescolate tutta la parte secca, quindi farina, lievito e sale. Frullate con il minipimer le carote sbucciate e grattugiate insieme all’olio e poi aggiungete le uova sbattute e la bevanda di riso quindi unite il tutto alla farina e mescolate fino a ottenere un composto omogeneo a cui aggiungerete in ultimo la metà dei mirtilli e tutta l’uvetta. Distribuite negli stampi per muffin e riempiteli per due terzi, aggiungete ora i mirtilli rimasti e mettete in formo preriscaldato a 180 ° per 25-30 minuti. Servite tiepido, accostando ai muffin dolce o salato a seconda delle vostre preferenze o di quanto vi sentite pronti a osare in termini di accostamenti. Io non avevo mirtilli a disposizione e, su consiglio disinteressato della mia creatura, ho aggiunto gocce di cioccolato e banana a rondelle all’impasto nella fase finale. Suggerimento tradizionale e azzeccatissimo, direi.

E adesso il mio ringraziamento. A “Cook”, magnifico supplemento del Corriere della Sera dove ho trovato la ricetta di muffin alle carote e che è fonte di ispirazione imbattibile, dalla padella allo scaffale della libreria, quando si parla di cucina.

Ad Alice Waters, che ho ri-trovato su Instagram e che con i suoi post da “Chez Panisse” mi dà la certezza che il mondo continua a girare nella giusta direzione almeno quando si tratta di cucinare e fare alta ristorazione.

A Yotam Ottolenghi, per aver reso ‘Simple’ e gustosa la mia personale ricerca su cibi di profonda tradizione mediterranea ma con un twist moderno e, soprattutto, per essermi guida nella mia spericolata sperimentazione nel caleidoscopico mondo delle spezie.

Alla mia famiglia, che sperimenta con me tutto quello che cucino e non si lamenta mai. Al massimo si limita a esortarmi a correggere il tiro con una frase che è anima e cuore della diplomazia alla toscana: “Questa cosa che hai cucinato è buona, ma non la rifare più”.

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