una cuoca pericolosa

Cibo e idee per tempi da lupi (e non solo)

Qualche idea dopo Taste

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E’ DIFFICILE non scoprirsi vagamente confusi e felici, Carmen Consoli perdonerà la citazione forse fuori luogo, dopo aver partecipato a Taste, salone del gusto di Firenze che si è concluso una settimana fa alla stazione Leopolda. La cifra distintiva di questo evento gastronomico e culturale è sempre stata l’esprimere il meglio che la produzione agroalimentare soprattutto italiana ha da offrire, con un’attenzione in più per prodotti di nicchia come le alghe, l’editoria dedicata in esclusiva, Guido Tommasi su tutti, e in tempi più recenti anche quanto ruota nella galassia delle cucine e dei ristoranti rispetto ad abbigliamento e utensili. Intendiamoci, Taste è e rimane un “Salone” dalle dimensioni contenute, nulla a che vedere con quello che viene offerto e organizzato a Torino, Parigi, Parma o Colonia nelle fiere esclusive dell’agroalimentare, ma nel suo essere di proporzioni ancora sostenibili riesce comunque a offrire una panoramica privilegiata e completa sul cibo e chi lo produce.

Impossibile dare conto di tutte le squisitezze visionate (molte anche assaggiate!) sui banchi di Taste, ma fra le tante microesperienze fatte, mi piace ricordare la passione dei produttori dei Momenti Meridiani (Union Jack Srl di Padova), specializzati in tisane e tè, e di chi ha fatto della filiera della carne un assoluto, partendo dal mangime per gli animali fino ad arrivare agli hamburger per le feste dei figli e degli amici dei figli: l’azienda Corte Camerlenga di Bellaguarda Viadana in provincia di Mantova. Perché proprio loro fra quattrocento espositori? Premesso che non ho potuto parlare con tutti, mi hanno colpito fra quelli che ho incontrato per la passione che hanno saputo mettere nei loro prodotti e nel presentarli. Incontrare i produttori è un po’ come andare a teatro invece che al cinema o sedere davanti alla televisione: chi ti sta davanti non può barare, nel senso che se non crede nel proprio prodotto o è stanco di proporlo, si capisce. E parlare con questi produttori, assaporare i loro ‘gioielli’ mentre me ne illustravano nascita e sviluppo è stato come partecipare a un progetto di cui poi mi sono messa in bocca la realizzazione.

Divertente, appagante e anche istruttivo.

TASTE è una manifestazione che nel tempo è cresciuta, si è modificata e probabilmente cambierà ancora perché segue le tendenze dell’agroalimentare italiano quando non  le anticipa, ma credo che la sua forza sia sempre quella che le ha consentito di affermarsi: l’originalità, intesa come verità dei modi e dei contenuti. E di questi tempi non mi pare poco.

L’altra foto che ho scelto dal mio album di Taste è una ‘torta’ fatta con i formaggi (credo fossero solo pecorini, ma non sono sicura) e guarnita di more e fettine di limone. A suo modo, un’opera d’arte.

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