NON MI ERO mai accorta di quanto le acciughe nel mio universo alimentare siano di fatto uno dei cibi più “comfort” che conosca. Abbinate al pane tostato e al burro sono irresistibili, ma anche insieme ai pomodorini con un pizzico di origano e olio evo hanno la capacità di riappacificarmi col mondo. Sì, sono d’accordo. Anche io penso che per farmi felice basti veramente poco.
A ben guardare, le acciughe hanno una bontà essenziale, semplice e diretta, ma mai banale. Un po’ come succede per le vere passioni, che nel loro essere totalizzanti alla fine si riducono all’essenza, qualcosa di semplice e fondamentale.
Comunque, l’unica controindicazione per le acciughe è la quantità: personalmente tendo a mangiarne troppe, come si fa con le ciliegie, una dietro l’altra finché non ti rendi conto dai noccioli (o dal vassoio vuoto) che ne hai mangiate oltre il dovuto.
DI RECENTE ho scoperto che anche una cara amica condivide la mia stessa passione per le acciughe, autenticità di sentimenti che mi ha dimostrato proponendomi una ricetta che ancora non ho avuto modo di provare, ma che mi intriga moltissimo e che farò al più presto. Lei l’ha già sperimentata e garantisce che è sorprendentemente buona e non troppo difficile da eseguire. Sto parlando dei tagliolini al tartufo e acciughe. Lo so, così d’impatto sembra un accostamento azzardato, ma ha una sua logica e un suo perché. Soprattutto considerando che di acciughe ne basta una per un condimento da 4 persone.
Vado a memoria, ma la ricetta più o meno è questa. In una capiente padella, meglio se con i bordi un po’ alti, fate sciogliere un’acciuga in un paio di cucchiai di olio evo. Fate attenzione perché l’olio non deve friggere e l’acciuga si deve sciogliere, non bollire. Scolate i tagliolini (all’uovo) un po’ al dente e uniteli in padella all’olio con l’acciuga e a tre tuorli di uovo, che ‘allenterete’ con qualche cucchiaio di acqua di cottura dei tagliolini. E’ importante che i tuorli rimangano cremosi, non devono raggrumare, ma nemmeno rimanere liquidi e crudi. E’ un po’ complicato, ma si può fare, servono amore e pazienza. A questo punto impiattate e condite con un’abbondate grattugiata di tartufo, meglio se bianco, ma anche nero va bene. Il sapore dell’acciuga sarà impercettibile, ma la sua forte componente sapida renderà tutti gli altri sapori, tartufo compreso, ancora più intensi. O almeno questo è il risultato da raggiungere.
E qui finisce la prima puntata di questa ricetta. Quando la avrò realizzata, farò un altro post, con inoppugnabile documentazione fotografica. 🙂