HO LAVORATO ALCUNI ANNI a Siena e per buona parte di quegli anni mi sono sempre sentita un’estranea non troppo benvoluta, come credo si senta la maggior parte di quelli che sono nati fuori porta Camollia. Verso la fine della mia permanenza lavorativa, però, qualcosa è cambiato, mi sono accorta che in fondo, con tutti i limiti delle guerre di campanile e la scarsa affezione per gli “stranieri”, quella città umbratile e misteriosa, piccolissima eppure internazionale, direi quasi centripeta, mi apparteneva almeno un po’. Meritava il mio affetto e la mia nostalgia anzi tempo di piazza del Campo, delle sue strade strette e ripide, dei suoi mattoni caldi al sole e al vento. E della sua gente scontrosa. Verace. Una nostalgia che ora, che vivo e lavoro da un’altra parte, provo forte per le atmosfere, la luce ottobrina, le notti d’estate dal passo lento e intenso che si vivono e si respirano a Siena. Per tutte queste ragioni mi sento di caldeggiare la manifestazione Calici di stelle che si tiene il 10 agosto, la notte di San Lorenzo, nel complesso museale del Santa Maria della Scala, al Museo Civico e a Palazzo Sansedoni e che, come in tutte le Città del Vino d’Italia, è dedicata alla degustazione di bianchi, rossi, rosé e spumanti in contesti artisticamente o paesaggisticamente eccezionali. Un’occasione per riconciliarsi con la vita e col mondo che ci circonda o semplicemente per stare insieme a chi si ama sorseggiando un buon vino e ascoltando jazz.