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  • La porchetta del Padrino

    QUANDO sono all’estero, per vacanza o lavoro, cerco di non mangiare nei ristoranti italiani, un po’ perché mi piace molto scoprire le tradizioni enogastronomiche locali e un po’ perché a volte capita che di cucina italiana ci sia solo il nome. Ma c’é sempre l’eccezione alla regola, quell’occasione che porta a cambiare le abitudini, anche quelle consolidate, e regala sorprese piacevoli, quando non importanti. L’occasione per me questa volta l’ha creata il nome, fra il provocatorio e lo scherzoso, di un locale che ho scoperto a Baia Mare, cittá romena ai piedi dei Carpazi: “Il Padrino”. Una scelta forse audace per un bistrot,  certo un nome che si fa notare. Una volta dentro il locale, peró, vince il senso di confortevole piacere che si prova nel ritrovare il cibo di casa quando si é all’estero. A cominciare dalla squisita porchetta che da “Il Padrino” servono in panini croccanti, farciti a scelta con peperoni o melanzane sottolio di produzione artigianale.

    DENTRO il banco frigo, poi, un tripudio di salumi e formaggi italiani per calmare la nostalgia di milanesi, fiorentini o pugliesi che si trovino a passare per la terra dei Daci, oppure per stuzzicare la curiositá di chi, quei salumi e quei formaggi, ancora non li conosce. In grandi scaffali disposti lungo le pareti che fanno da corona ai tavolini dove si mangia,  infine, una succulenta galleria di carciofini, pomodori, funghi e altre prelibatezze conservate sottolio oltre a vini tipici del Bel Paese, pasta, composte e pasticceria secca. Insomma, un vero paradiso da ghiottoni. Io mi sono fatta due “ciabatte” con la porchetta e i peperoni dolci che mi hanno riconciliato con una giornata fredda e piovosamente uggiosa in cui ho avuto la fortuna di decidere che avevo abbastanza nostalgia di casa da voler contravvenire alle regole.

    IMG_1562Nella foto qui sopra, vedete cosa è rimasto dei panini con la porchetta!

  • Pollo alla marocchina dedicato a un’amica che parte

    UNA MIA CARISSIMA AMICA prossimamente si trasferirá in Marocco e quado ho visto la ricetta del pollo cucinato nella tradizionale pentola marocchina, la tajine, ho pensato che fosse proprio la ricetta che cercavo. Claudia Roden, come al solito, ha reso semplice qualcosa che sulla carta sembra un po’ piú complicato e il pollo con mandorle e pomodoro cotto nella tajine alla fine é venuto buono buono. La sua vera forza, secondo me, sta nella salsa. È vero che deve cuocere per piú di un’ora, quindi astenersi se arrivano ospiti con un preavviso di venti minuti, ma il risultato vale l’attesa. In bocca dá la sensazione di una vellutata di pomodoro profumata e sapida, resa ancora piú gustosa dal sentore di zafferano e per niente acida grazie alla dolcezza del miele.

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    INGREDIENTI

    1 pollo di circa 1,5 kg

    1 kg  di pomodori maturi concassés

    50 grammi di mandorle pelate

    1 cipolla tagliata fine

    2 cucchiai di olio evo

    1 cucchiaio di olio di semi di girasole

    2 cucchiai di miele

    1 cucchiaino di cannella in polvere

    1 cucchiaino di zenzero in polvere

    1/2 cucchiaino di filamenti di zafferano

    Sale e pepe q.b.

    1 cucchiaio di semi di sesamo

    CLAUDIA RODEN suggerisce di utilizzare un pollo di 1,5 chilo, io lo avevo più piccolo e credo vada bene lo stesso. Lo confesso, non possiedo la tajine, aspetto di andare a trovare la mia amica per procurarmene una originale, ma sempre la Roden dice che si può efficacemente sostituire con una capiente casseruola.  E così ho fatto, ho tagliato il pollo a pezzi e l’ho messo dentro la pentola insieme a tutti gli ingredienti tranne le mandorle, i semi di sesamo, il miele e l’olio di girasole e ho fatto cuocere coperto a fuoco dolce per un’ora. Quando la carne del pollo era cotta a sufficienza  da staccarsi dall’osso,  l’ho tolta dal fuoco e l’ho messa da parte in caldo, quindi ho alzato la fiamma e ho cotto la salsa ancora un po’ fino a farla ulteriormente ridurre.  Dopo una decina di minuti ho aggiunto il miele e ho rimesso i pezzi di pollo lasciandoli riscaldare bene. Nel frattempo, in una piccola padella ho tostato le mandorle pelate e tritate con l’olio di girasole e all’ultimo minuto ho aggiunto i semi di sesamo e ho tostato leggermente anche quelli. Quindi li ho usati per guarnire il pollo. A me é piaciuto con un bicchiere di rosso di Montalcino, ma uno dei miei commensali ha detto che era perfetto con la birra chiara che stava bevendo 🙂

  • Scones e cioccolato al sale: una colazione anti-malinconia

    DETESTO LA FINE DELL’ESTATE, quando nell’aria si comincia a sentire quel pizzicorino ghiaccio che parla d’inverno. Detesto la fine dell’estate, la fine delle giornate con 16 ore di luce, la fine delle magliette scollate, la fine degli infradito, la fine delle albicocche profumate e mature, la fine del caffé shakerato nel bicchiere da Martini ricoperto di panna montata, la fine del profumo di mare e abbronzante nell’aria. Semplifico: odio il freddo dell’inverno. Così, per consolarmi, ieri ho preparato una ricca colazione nella versione che amo di più, dolce e salato sulla stessa tavola, e ho fatto gli scones. Sono i tipici mini-panini da thé britannici, anche se io li ho fatti per colazione, e siccome oltre a essere un po’ anglofila sono anche molto latina, li ho accompagnati con una deliziosa tavoletta di cioccolato al sale e altre prelibatezze mediterranee che non sto a elencare. L’incontro fra l’algida Albione e il caldo cacao, reso più sapido dal sale. ha funzionato benissimo: mi è passata la malinconia pre-invernale.

    INGREDIENTI

    250 grammi di farina

    1 bustina di lievito per dolci

    60 grammi di burro

    1 uovo

    1 presa di sale

    30 grammi di uvetta

    150 ml di latte intero

    1 tavoletta di cioccolato fondente al sale

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    L’ASPETTO POSITIVO del preparare gli scones è che non ci vuole molto tempo e il risultato è garantito. Chi non ama il cioccolato, o non vuole salire in alto nella classifica calorie, può limitarsi a farcirli con un po’ di burro appena sfornati: sono deliziosi. Ho preso la farina e l’ho messa in una capiente zuppiera, ho unito il burro freddo a fiocchetti e ho lavorato insieme al sale e al lievito finché la farina non ha assunto l’aspetto di tante briciole di pane. A questo punto ho infarinato l’uvetta e l’ho aggiunta al composto, quindi ho fatto la classica fontanella e versato il latte al centro (mi raccomando non freddo, piuttosto tiepido o a temperatura ambiente) amalgamando il tutto fino a ottenere una pasta abbastanza elastica. L’ho fatta riposare coperta con un panno per una decina di minuti quindi l’ho stesa e ho creato  un grande disco di un centimetro abbondante di spessore. Usando uno stampino tondo ho ritagliato tanti dischetti, che ho messo sulla piastra del forno imburrata e infarinata, li ho spennellati con l’uovo sbattuto e ho infornato per 15 minuti a 200°. Gli scones sono ottimi ancora tiepidi e farciti con marmellata, chutney di mele,  burro fuso, crème fraiche, cioccolato….

  • E’ tempo di miele, è tempo di impegno

    QUESTA SETTIMANA il Meat free Monday è andato in vacanza. Anche le abitudini, seppure buone, ogni tanto vanno cambiate o, come in questo caso, temporaneamente sospese. Questo non significa che ci sia all’orizzonte un post sulla sagra della salsiccia alla brace, solo che per questa settimana il lunedì è stato non solo senza carne ma anche senza cucinare. In onore del miele, ho preparato uno dei miei dolci preferiti: ricotta con noci e miele, appunto. In questo caso di castagno. L’ho scelto perché fra poco a Montalcino (dal 6 all’8 settembre) c’è la SETTIMANA DEL MIELE, un evento che coinvolge i migliori produttori toscani e italiani ed è dedicato a questo straordinario prodotto e a tutto ciò che se ne ricava, dai liquori ai cosmetici. Si tratta di un’occasione per conoscerlo a fondo in un ambiente altrettanto straordinario, la fortezza di Montalcino, e magari fare anche un minicorso di degustazione o partecipare a un assaggio guidato. Tutte le informazioni sulla Settimana del Miele di Montalcino, comunque, le trovate su http://www.asgamontalcino.com

    Quando si dice “miele” spesso si pensa a qualcosa di molto dolce e indistinto, ma è un’associazione di idee riduttiva. Il miele di corbezzolo, per esempio, ha un retrogusto decisamente amaro, mentre quello di castagno ha solo un leggero retrogusto amaro. Quello di acacia è dolce e profumato senza essere stucchevole e quello di arance di Sicilia ha il candore dei fiori e l’aroma pungente delle foglie di agrumi. Non starò a fare l’elegia del miele anche se lo meriterebbe, mi limiterò a raccontarvi del “mio” dolce e a invitarvi a scoprire Montalcino e il miele durante il prossimo fine settimana. Ci saranno anche tavole rotonde e incontri con esperti del settore per chi avrà voglia di approfondire. Una cosa, però, va detta, ripetuta e sostenuta con impegno sempre: la qualità del prodotto. Attenzione ai mieli che vengono venduti a poco prezzo e di cui non ci sono indicazioni certe su chi li ha raccolti e messi in vendita. Spesso il prezioso lavoro delle api viene adulterato con additivi o scaldato e diluito con zucchero ed edulcoranti per aumentare le quantità, quindi COMPRATE MIELE CERTIFICATO, se italiano, tanto meglio. Quest’anno la raccolta primaverile è andata male a causa delle piogge e l’Italia ha fatto poco miele di acacia, di cui normalmente è il primo produttore mondiale, mentre la raccolta estiva, la più importante, è andata benissimo quindi dovete solo sbizzarrirvi nella scelta. A Montalcino dicono che il top 2013 è il miele di girasole.

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    INGREDIENTI

    Miele di castagno a piacere

    100 grammi di ricotta fresca

    5 o 6 noci sbucciate

    LA RICETTA di questo dessert gareggia per il titolo di più semplice del mondo, però anche il risultato può ambire a un piazzamento nella classifica dei più buoni del mondo. Basta saper scegliere il miele del gusto preferito e, ovviamente, di ottima qualità.  Quello certificato italiano, lo ripeto, è perfetto. Ho preso la ricotta, l’ho messa in uno stampino da dolci e riposta in frigo per qualche ora così che prendesse la forma, poi l’ho impiattata e ricoperta di miele di castagno e guarnita con i gherigli di noce. E l’ho mangiata in santa pace a fine cena, ma va bene anche a metà pomeriggio, alle 23 davanti a un film, in terrazza guardando le stelle… In ogni modo, è pura poesia alimentare.

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  • Meat free Monday in festa col Guacamole

    COMPRARE e consumare prodotti non di stagione va contro la mia filosofia di cucina, quindi il piú delle volte evito di farlo. Ci sono, peró, le eccezioni a ogni regola e l’avocado rientra fra queste. A volte proprio non so resistere perché questo frutto grasso e carnoso mi piace moltissimo e la salsa che se ne ottiene è talmente versatile che devo proprio devo utilizzarlo almeno ogni tanto. Specie in estate, quando una coppa di guacamole risolve alla grande il capitolo “stuzzichino-antipasto” .
    La ricetta che Mary McCartney proprone in “Food”, fra l’altro, é perfetta anche per una cena all’ultimo minuto, come quella di lunedí, e per il Meat free Monday. Peccato che i miei ospiti non sapessero che mi serviva la foto della ricetta che scelgo e abbiano spazzolato il guacamole prima che potessi immortalarlo. Cosí per questa volta niente foto. Ma vi aiuto a immaginarvelo: una crema verde chiaro, densa, quasi luminosa, servita in una piccola zuppiera bianca e in cui spuntano qua e lá come fiorellini rossi in un prato i dadini di pomodoro. Non ci posso fare niente, l’avocado mi fa diventare poetica…

    INGREDIENTI

    2 avocado maturi
    1 spicchio di aglio schiacciato
    1/2 cipolla bianca tritata finemente
    Sale e pepe q.b.
    Un peperoncino senza semi o qualche goccia di salsa Tabasco
    Il succo di due lime
    1 pomodoro sbucciato e tagliato a cubetti

    IL GUACAMOLE é una salsa messicana che normalmente viene fatta proprio poco prima di essere consumata e si serve accompagnata da chips di tortilla di mais croccanti e leggermente salate (vanno bene anche quelle confezionate che si trovano nel reparto del cibo internazionale al supermercato, ma quelle fatte espresso sono un’altra storia) oppure da chips di patata fritte. A me piace anche la versione senza pomodoro, che é pure piú rapida da preparare. L’importante é che gli avocado siano maturi, altrimenti non se ne fa di niente. Ho aperto l’avocado nel mezzo, ho tolto il nocciolo e ho raschiato via tutta la polpa con un cucchiaino e l’ho raccolta in una piccola zuppiera. Ho aggiunto lo spicchio di aglio, la mezza cipolla, qualche goccia di Tabasco, pochissimo sale, una macinata di pepe e ho mescolato accuratamente il tutto schiacciando un po’ la polpa di avocado. Quindi ho aggiunto il succo del lime e il pomodoro concassé, ho aggiustato di sale e pepe e ho amalgamato al meglio il guacamole. Ho servito subito con chips di patata fritte ed é piaciuto cosî tanto che non ho fatto in tempo a fotografarlo!!