Autore: Frances

  • Meat free Monday con gnocchi patriottici

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    L’ALTRO GIORNO mi sono chiesta: ma se il lunedì senza carne coincide con un giorno di festa, che ne so, il 25 Aprile o il 2 Giugno, come si fa a portare in tavola un’insalata con germogli di soia? A casa mia, che a volte sembra popolata da vampiri tanto alta è la popolarità di bistecche e affini, potrebbe scoppiare una rivolta. Una festa è una festa e va onorata con un cibo… sostanzioso. Dopo un breve consulto con i miei libri – per questa settimana niente Mary McCartney – ho scelto una ricetta di gnocchi alla romana rivisitata secondo i miei gusti e in versione patriottica, cioè con l’aggiunta di pesto e pomodorini. Quindi, avendo copiato da tre fonti diverse, non attribuisco a nessuno la paternità della ricetta medesima che spero vi piaccia così come è piaciuta alla mia banda di affamati. Per questa succulenta, quasi sontuosa versione degli gnocchi al semolino ho scelto di aggiungere al ricco connubio burro-Parmigiano anche una generosa porzione di formaggio tipo Emmenthal che, una volta in forno, si fonde senza filare e crea delle “oasi” di extra gusto che sono una vera esplosione di sapore.

    Lo so, se fa caldo come in questi giorni non viene voglia di cibi al forno, ma pure il 26 dicembre può “cadere” di lunedì ed è bene essere preparati! Le dosi sono per sei persone, contrariamente al solito dove sono intese per quattro commensali di medio appetito.

    INGREDIENTI

    450 grammi di semolino

    1,5 litri di latte intero fresco

    1 litro di acqua

    sale q.b.

    tre tuorli di uovo

    100 grammi di burro

    150 grammi di Parmigiano grattugiato media stagionatura

    200 grammi di formaggio tipo Emmenthal

    100 grammi di pesto fresco

    pomodorini per guarnire (almeno due per commensale)

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    PER PRIMA cosa ho messo il latte con l’acqua sul fuoco vivo in una capiente (molto capiente) pentola con un pizzico di sale e, quando ha iniziato a bollire, ho versato a pioggia il semolino aiutandomi con la frusta per evitare che si formassero grumi. Ho ridotto la fiamma e, sempre mescolando, ho cotto per dieci minuti aggiungendo anche un po’ di burro per mantenere l’impasto elastico e una generosa manciata di Parmigiano grattato a fine cottura per insaporire, quindi ho lasciato raffreddare per un paio di minuti e ho aggiunto i tuorli d’uovo amalgamandoli bene prima di rovesciare il tutto su un canovaccio immacolato steso sul tavolo. Usando la spatola di legno ho formato uno strato di circa un centimetro di spessore e ho fatto raffreddare.

    Nel frattempo, ho preriscaldato il forno a 200 gradi e imburrato due grandi pirofile dove ho sistemato gli gnocchi ritagliati dall’impasto con uno stampino di forma rotonda. Io ho usato un bicchiere, il classico gottino, ma sono sicura che esistono in commercio strumenti più appropriati per lo scopo. Una volta messo il primo strato di gnocchi, ho guarnito con fiocchetti di burro, formaggio tagliato a cubetti e Parmigiano grattugiato, quindi ho steso un secondo strato di gnocchi e guarnito di nuovo. Ho infornato per venti minuti, finché non si è formata una crosticina dorata sulla superficie degli gnocchi. Una volta impiattato, ho guarnito con una cucchiaiata di pesto appena fatto, mettendo in tavola anche una salsiera col pesto rimanente per chi avesse voluto aggiungere condimento. I pomodorini a lato erano per dare un tocco di colore, ma anche una nota acidula in tanta sapidità.

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    PECCATO che non fosse il 4 luglio quando abbiamo mangiato questi gnocchi, sarebbe stato un modo degno di celebrare l’indipendenza dalla carne e il trionfo del cibo vegetariano. Sono stati accompagnati da numerosi bicchieri di un generoso Cabernet e niente altro perché davvero sono abbastanza ricchi in calorie, sapore e proteine per creare un piatto unico da grandi occasioni.

  • Caro Bruno, eccoti servito: gamberi alla provenzale!

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    L’AMICO BRUNO lo ha scritto in un commento e altri me lo hanno detto di persona: scusa, ma tu citi solo cuochi anglosassoni? Ma non ti sembra di rinnegare la nostra tradizione latina, mediterranea? Insomma, da quando la Gran Bretagna è sinonimo di grandezza in cucina?

    Ho le mie idee su come cucinare sia una passione trasversale e quindi tutti, ma proprio tutti quelli che sono animati da grande passione possano diventare ottimi cuochi e grandi chef, però devo alle mie radici, e alle mie amicizie, un cambiamento di rotta e quindi per la nuova fonte di ricette d’autore mi sono rivolta a Claudia Roden, esperta gourmet e autrice di libri succulenti sulle tradizioni gastronomiche del Mediterraneo. Dal suo “La vraie cuisine de méditerranée toute simple” ho preso le indicazioni per i gamberi alla provenzale che spero piacciano a Bruno e agli amanti della NOSTRA cucina almeno quanto sono piaciuti a me, mia mamma e il mio amore che mi hanno aiutato a prepararli. La ricetta non è così complicata da richiedere aiutanti, ma loro due erano presenti mentre li “elaboravo” e si sono rivelati preziosi assistenti. E poi è bellissimo cucinare con qualcuno che fa tutto il lavoro noioso tipo sbucciare l’aglio, lavare i pomodori, tritare le erbe…

    Il risultato, ripeto, è stato amabile, la salsa ha un gusto intenso senza essere eccessivo e le spezie danno quel tono indefinito, ma prezioso, di sapidità che riesce a distinguere un piatto curato nei dettagli da uno normale. Solo i gamberi erano un po’ sciocchi e la prossima volta li salerò a parte.

    INGREDIENTI

    300 grammi di gamberi puliti

    una cipolla affettata sottile

    olio evo q.b.

    due spicchi di aglio tagliati finemente

    500 grammi di pomodori sbucciati e fatti a dadini

    un cucchiaio raso di zucchero

    un peperoncino piccante fresco

    tre cucchiai di cognac

    15 cl di vino bianco secco

    due rametti di timo fresco

    una foglia di alloro

    tre cucchiai di prezzemolo fresco tritato

    sale e pepe q.b.

    NON SARA’ professionale, ma i gamberi me li sono fatti pulire al banco pescheria. Vorrei avere tutto il tempo del mondo per cucinare, però ultimamente di tempo libero ne ho poco poco e quindi quello per la pulitura dei gamberi l’ho usato al banco frutta e verdura! Per cominciare ho preso la cipolla gentilmente affettata da mia mamma e l’ho messa in una capiente padella con un giro d’olio già caldo e l’ho fatta imbiondire prima di aggiungere l’aglio e lasciar cuocere a fuoco medio per due-tre minuti. A questo punto ho aggiunto tutti gli ingredienti eccetto i gamberi e il prezzemolo, avendo cura di mettere il cognac per ultimo, e ho proseguito la cottura per una ventina di minuti a fuoco lento, fino a far ridurre la salsa e lasciare sprigionare l’aroma di vino e cognac. Quindi ho aggiunto i gamberi che ho cotto per tre minuti a fuoco medio. Dopo aver impiattato, una spolverata di prezzemolo tritato (che nella foto non si vede ma c’é) e via in tavola.

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    Il mio amore mi ha aiutato a fare le foto che, non è per piaggeria, mi sembrano un po’ meglio del solito 🙂

    La forza di questo piatto è negli aromi di spezie, erbe e vini che si fondono nel pomodoro e vengono esaltati dalla dolcezza dei gamberi. Li abbiamo gustati con un prosecco e accompagnati da pane ai cereali fresco e fragrante, ma la prossima volta voglio provarli con un rosé e riso basmati tiepido. Lo so, il basmati non cresce in Provenza però un po’ di fusion che danno può fare?

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  • In Versiliana c’é il Festival Franciacorta

    LA VILLA DELLA VERSILIANA é il posto dove trovarsi domani se si ha voglia di un pomeriggio diverso, fatto di vini importanti e finger food d’autore in un ambiente unico. Il festival Franciacorta, infatti, ha fatto tappa in Versilia  e domani si tiene l’evento conclusivo alla villa della Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lucca) dalle 18 alle 22. Ad animare la serata ci sará la degustazione del top della produzione  Franciacorta  accompagnata da quella di quattro cibi a tema divisi in altrettante “isole del gusto” : fritti d’autore, l’angolo del casaro, gli affettati della tradizione franciacortina, le crudité di pesce. Ventitré le aziende che partecipano con  le loro etichette delle tipologie Brut, Pas Dosé, Satèn, Riserve e Millesimati. L’ingresso costa 15 euro, ma ci sono sconti per i soci di Slow Food, Fisar e Onav mentre gli iscritti all’Ais entrano gratis. È vero, 15 euro non sono pochi, ma vino, cibo e luogo possono valere la spesa, specie se si considera che ci troviamo davanti al principe degli spumanti italiani.

    Come spiegano sul sito del Consorzio, infatti,  “Il Franciacorta è stato il primo vino italiano, prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia (metodo classico), ad avere ottenuto nel 1995 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Oggi sulle etichette si legge solo la denominazione Franciacorta, unico termine che definisce il territorio, il metodo di produzione e il vino. In tutta Europa solo 10 denominazioni godono di tale privilegio e di queste solo tre vengono realizzate con la rifermentazione in bottiglia: Cava, Champagne e Franciacorta”.

  • Lunedí senza carne: insalata di scalogno, noci e… guai

    É STATO un lunedí senza carne, con molta verdura e forse un eccesso di latticini! Ma l’insalata proposta da Mary McCartney in “Food” é stata perfetta per una giornata d’estate come ieri, con quella vena di aria fresca che ti permette di apprezzare un cibo con alcune parti – in questo caso lo scalogno e i pomodorini – cotte al forno e servite tiepide. E l’aceto balsamico caramellato é stata la scoperta vincente: non lo avevo mai fatto, ma di sicuro lo riproporró. Peccato che nel realizzare l’insalata di scalogno con le noci abbia commesso un paio di “sviste” che, senza compromettere il risultato finale, ne hanno peró diminuito il gusto. Le istruzioni di Mary parlano chiaramente di pomodorini ciliegini, ma io non li ho trovati dal fruttivendolo e li ho sostituiti con i Piccadilly, anche in onore dell’autrice, ed é stato uno sbaglio: sono troppo grandi, il loro sapore è intenso e alla fine disturba quello del resto dell’insalata. Inoltre Mary dice di metterli nel forno e farli arrostire 15 minuti, ma non è troppo specifica rispetto al condimento e io non ci ho messo proprio niente sui Piccadilly, che cosí, tutti naturali, saranno anche stati un monumento alla cucina vegana (che rispetto moltissimo e pratico poco) ma alla fine non aggiungevano sapore, solo una piacevole, questo sí, nota di rosso nel piatto! Questa insalata é ideale con un tagliere di formaggi, magari un vaccino di alpeggio o un caprino fresco, acido al punto giusto, a cui lo scalogno fa da sponda e il dolce dell’aceto balsamico da contrasto.

    INGREDIENTI

    Scalogni: 6 (180 grammi circa)
    Un cucchiaio di aceto balsamico
    Un cucchiaio di olio evo
    Pomodori ciliegini: 6
    Gherigli di noci puliti e sbriciolati: 10
    Insalata mista (lollo, baby spinaci, valeriana, lattuga): 80 grammi
    Un pizzico di sale

    Per il condimento

    Mezzo cucchiaino di mostarda di Digione
    Tre cucchiaini di olio evo
    Un cucchiaino di aceto balsamico

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    HO SBUCCIATO gli scalogni e li ho messi “in piedi” sulla placca da forno prima di irrorarli con la salsetta ottenuta mescolando l’olio, il sale e l’aceto balsamico in una tazzina di quelle da pinzimonio e poi li ho fatti cuocere per trenta minuti, avendo cura di rinnovare il condimento ogni dieci. Nel frattempo ho sistemato l’insalata in una capiente zuppiera e ho aggiunto i gherigli di noce che avevo precedentemente riscaldato in una padellina per far emergere il profumo e la croccantezza. A metá cottura degli scalogni, ho messo nel forno distesi sulla griglia anche i pomodorini Piccadilly e li ho cotti per quindici minuti. A cottura ultimata ho fatto intiepidire il tutto nel forno aperto mentre preparavo il condimento per l’insalata unendo l’aceto balsamico, l’olio evo e un pizzico di sale. Quindi l’ho versato sull’insalata, ho amalgamato nella zuppiera e poi ho impiattato, mettendo al centro gli scalogni e i pomodori cotti nel forno.

  • Il Lunedí senza carne comincia con gli spaghetti

    PENSAVO DI NON FARCELA causa devastanti impegni domestico-familiari e invece sono  riuscita a  cucinare il primo piatto del lunedí senza carne. In omaggio alla famiglia di Paul McCartney che ha lanciato l’idea, e scritto un libro che non ho trovato in versione elettronica, ho scelto di seguire (almeno per un po’) le ricette di Mary,  che di mestiere fa la fotografa ma si diletta di cucina seguendo le orme di mamma Linda e della nonna Maxime. E devo dire che gli spaghetti con zucchini e limone, nonostante le origini nordiche di chi li ha inventati, sono un inno al Mediterraneo, hanno un profumo e un sapore freschi e sapidi di erbe aromatiche, resi allegramente frizzanti dalle note di agrume. Una vera festa per queste prime giornate calde ma dove la voglia di pastasciutta si fa ancora sentire, soprattutto all’ora di cena. Ho dato un’occhiata al ricettario di Mary McCartney che é inevitabilmente bello nel reparto grafico, dove offre immagini luminose, quasi abbaglianti dei suoi piatti e di momenti della sua vita, compresi alcuni toccanti ricordi della madre Linda. Nel reparto cucina, le proposte di una cuoca esclusivamente vegetariana sono all’insegna della semplicitá, ma piene di gusto e si possomo realizzare con verdure  di stagione. Omettendo il formaggio, anche gli amici vegani hanno facile  via di accesso a questo ricettario e se si considera che per arrivare ad avere una fertina di vitello da 150 grammi sul nostro piatto ci vogliono 1.000 dico mille litri di acqua, allora la scelta di non consumare carne almeno una volta a settimana diventa quasi obbligatoria.

    INGREDIENTI

    400 grammi di spaghetti

     4 cucchiai di olio evo

    due zucchine tagliate julienne

    1/2 cucchiaio di salvia

    1/2 cucchiaio di rosmarino

    3 spicchi di aglio tritato fine

    150 grammi di feta tagliata a dadini

    La buccia e il succo di mezzo limone

    Parmigiano o pecorino per condire

    sale e pepe q.b

    Mentre aspettavo che bollisse l’acqua per gli spaghetti ho fatto rosolare le zucchine nell’olio caldo per cinque minuti prima di aggiungere l’aglio, la salvia e il rosmarino e ho fatto cuocere per altri cinque minuti prima di spengere. Ho buttato la pasta e poco prima che arrivasse a cottura ho ultimato la preparazione del sugo aggiungendo la feta a dadini, la buccia e il succo del limone e facendo riscaldare il tutto per un paio di minuti, quindi ho scolato gli spaghetti e li ho fatti saltare nella padella con le verdure aggiustando con poco sale (la feta è salata!) e pepe appena macinato. Una ricca spolverata di parmigiano ha completato il tutto.

    Come direbbe Mary McCartney, enjoy!