una cuoca pericolosa

Cibo e idee per tempi da lupi (e non solo)


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Pane alle noci con farina di castagne

Farina di castagne? Provala nel pane

La ricetta in questione la devo a Csaba dalla Zorza che l’ha postata su Instagram (almeno mi pare di averla presa lì) con un video e mi ha colpito perché utilizza questa farina che mi piace moltissimo ma che, a parte qualche dolce, non so bene come adoprare. Il pane in questione è arricchito con le noci e l’autrice di “The modern cook” lo propone come ideale accompagnamento per salumi e formaggi stagionati. Come faccio quasi sempre, anche in questo caso non ho seguito la ricetta alla lettera, quindi se volete l’originale dovete procurarvelo alla “fonte”. Il risultato, però, mi è piaciuto molto e mi sento di consigliarlo a chiunque abbia voglia di sperimentare gusti nuovi nel pane, fare bella figura con ospiti dal palato fine o semplicemente utilizzare la farina di castagne in qualcosa di diverso dai dessert.

Il pane che si ottiene ha un gusto particolare, dove si sentono note lievemente dolci come quelle delle castagne, appunto, e il profumo del miele, alimento che è previsto nella ricetta per aumentare il gusto di questo pane e attivare i lieviti al posto del tradizionale cucchiaino di zucchero. Oltre agli abbinamenti salati suggeriti da Csaba dalla Zorza – ho scelto un tagliere dove prevalevano i salumi affumicati e mi sono compiaciuta della mia scelta! – l’ho usato anche come base per una succulenta merenda con burro e composta di mele cotogne. La mia creatura, di solito abbastanza selettiva, ha apprezzato incondizionatamente.

Per preparare un filoncino da circa mezzo chilo ci vogliono 150 grammi di farina di castagne e 350 grammi di farina per la panificazione. Ne ho usata una di farro semi integrale. Una volta mescolate le farine, ho aggiunto un cucchiaino raso di sale, il lievito di birra sciolto in un poca acqua tiepida con cui ho mescolato anche un cucchiaio di miele, e 400 ml di acqua a temperatura ambiente. Una volta impastato il tutto, ho lasciato lievitare coperto con un canovaccio inumidito in un posto al riparo dalle correnti (di solito uso il forno spento, lo so non è canonico, ma per le mie esigenze funziona benissimo) per 8 ore poi ho ripreso l’impasto, ho aggiunto una manciata di gherigli di noce spezzettati grossolanamente e ho impastato di nuovo quindi ho messo il tutto dentro lo stampo e ho lasciato lievitare per altre due ore. Dopo che l’impasto ha finito la seconda lievitazione, ne ho inciso la superficie con tre tagli obliqui e paralleli e ho messo nel forno preriscaldato a 250 gradi per 25 minuti.

Et voilà

A sinistra il pane con le noci e la farina di castagne e a destra un pane appena sfornato fatto con farina di farro

La cosa che mi piace di più del pane fatto in casa, oltre al sapore indimenticabile e alla digeribilità assai migliore rispetto al pane industriale, è che non si fatica per farlo. I lieviti fanno tutto da soli e lo sforzo richiesto per impastare è inesistente visto che si possono usare le planetarie. L’unico accorgimento richiesto è nel trasferire l’impasto dentro lo stampo, ma quello lo faccio fare al padre della creatura, che è molto più preciso di me nel prendere le misure!

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SIETE TUTTI INVITATI!!!!!!!!!!

A volte ci sono circostanze che non serve commentare. Questa è una di quelle, perché per quante parole possa usare, non ne troverei mai che mi soddisfino. Quindi mi limito a invitarvi tutti, ma proprio tutti a venire al Mercato Centrale dopodomani. Il divertimento è assicurato.

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Filetto di maiale in salsa… delusione

QUANDO HO SCELTO la ricetta dal libro di Claudia Roden dedicato alla cucina mediterranea qualche dubbio lo avevo, i medaglioni di maiale con salsa al Madera erano invitanti, ma la carne di suino ha la tendenza a risultare dura una volta cotta e quindi evito accuratamente di cucinarla (e mangiarla). L’ospite invitato a cena, peró, é un gran mangiatore di carne e adora il maiale quindi ho messo da parte le mie riserve sulla carne di  porco, mi sono autoraccomandata di seguire le istruzioni alla lettera e mi sono buttata. E me ne sono tanto pentita… Il sapore era buono, davvero buono, ma i filetti di carne a fine cottura avevano assunto una consistenza che ricordava vagamente le gomene da attracco. E a poco sono servite le patate alle erbe e spezie con cui li avevo accompagnati. Ma quelle, almeno, erano cotte perfettamente.

imageINGREDIENTI

4 filetti di maiale

Un bicchiere di marsala

Olio evo q.b.

Sale e pepe macinato fresco

Una noce di burro

HO MESSO l’olio a scaldare in una padella con la noce di burro a fuoco vivo poi ho aggiunto i filetti e li ho fatti dorare da una parte e dall’altra. Ho salato e pepato quindi ho versato il marsala e ho fatto cuocere ancora qualche minuto, finché il vino si è un po’ addensato a formare una crema molto lente. A questo punto ho spento e lasciato riposare per un minuto o due prima di impiattare. E poi ho desiderato non essere stata io ad aver cucinato. Mi chiedo ancora dove ho sbagliato e perché i miei filetti siano venuti duri e tigliosi, non come quelli che Claudia Roden scrive dovrebbero venire morbidi e saporiti. Saporiti lo erano, ma io ho un altro concetto di morbido. Anche il mio ospite, che ha molto riso del mio disastro e si è consolato con le patate.


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Lunedí senza carne: insalata di scalogno, noci e… guai

É STATO un lunedí senza carne, con molta verdura e forse un eccesso di latticini! Ma l’insalata proposta da Mary McCartney in “Food” é stata perfetta per una giornata d’estate come ieri, con quella vena di aria fresca che ti permette di apprezzare un cibo con alcune parti – in questo caso lo scalogno e i pomodorini – cotte al forno e servite tiepide. E l’aceto balsamico caramellato é stata la scoperta vincente: non lo avevo mai fatto, ma di sicuro lo riproporró. Peccato che nel realizzare l’insalata di scalogno con le noci abbia commesso un paio di “sviste” che, senza compromettere il risultato finale, ne hanno peró diminuito il gusto. Le istruzioni di Mary parlano chiaramente di pomodorini ciliegini, ma io non li ho trovati dal fruttivendolo e li ho sostituiti con i Piccadilly, anche in onore dell’autrice, ed é stato uno sbaglio: sono troppo grandi, il loro sapore è intenso e alla fine disturba quello del resto dell’insalata. Inoltre Mary dice di metterli nel forno e farli arrostire 15 minuti, ma non è troppo specifica rispetto al condimento e io non ci ho messo proprio niente sui Piccadilly, che cosí, tutti naturali, saranno anche stati un monumento alla cucina vegana (che rispetto moltissimo e pratico poco) ma alla fine non aggiungevano sapore, solo una piacevole, questo sí, nota di rosso nel piatto! Questa insalata é ideale con un tagliere di formaggi, magari un vaccino di alpeggio o un caprino fresco, acido al punto giusto, a cui lo scalogno fa da sponda e il dolce dell’aceto balsamico da contrasto.

INGREDIENTI

Scalogni: 6 (180 grammi circa)
Un cucchiaio di aceto balsamico
Un cucchiaio di olio evo
Pomodori ciliegini: 6
Gherigli di noci puliti e sbriciolati: 10
Insalata mista (lollo, baby spinaci, valeriana, lattuga): 80 grammi
Un pizzico di sale

Per il condimento

Mezzo cucchiaino di mostarda di Digione
Tre cucchiaini di olio evo
Un cucchiaino di aceto balsamico

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HO SBUCCIATO gli scalogni e li ho messi “in piedi” sulla placca da forno prima di irrorarli con la salsetta ottenuta mescolando l’olio, il sale e l’aceto balsamico in una tazzina di quelle da pinzimonio e poi li ho fatti cuocere per trenta minuti, avendo cura di rinnovare il condimento ogni dieci. Nel frattempo ho sistemato l’insalata in una capiente zuppiera e ho aggiunto i gherigli di noce che avevo precedentemente riscaldato in una padellina per far emergere il profumo e la croccantezza. A metá cottura degli scalogni, ho messo nel forno distesi sulla griglia anche i pomodorini Piccadilly e li ho cotti per quindici minuti. A cottura ultimata ho fatto intiepidire il tutto nel forno aperto mentre preparavo il condimento per l’insalata unendo l’aceto balsamico, l’olio evo e un pizzico di sale. Quindi l’ho versato sull’insalata, ho amalgamato nella zuppiera e poi ho impiattato, mettendo al centro gli scalogni e i pomodori cotti nel forno.


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Pancakes ai mirtilli e ricotta Ramsay’s style

DSCN2082LA RICETTA sulla carta sembrava invitante al massimo e la foto proposta nel libro a fine esecuzione era spettacolare, ma questa volta chef Ramsay non mi ha proprio convinto. Certo, la sua versione dei pancakes è una festa per il palato, ma la ricotta nell’impasto mi pare che non aggiunga niente, anzi, forse lo appesantisce un po’. Mentre i mirtilli freschi danno una nota giusta di acidità, mettono allegria al palato e all’occhio. I pancakes sono dolcetti ottimi per un brunch o una colazione con molto tempo per gustarla, però, come fa notare Ramsay nella presentazione della sua ricetta, possono essere ottimi anche in altri momenti della giornata. Io li ho fatti per merenda e sono andati alla grande. Visto che non posso bere caffè, li ho accompagnati con una tazza di té verde, ma succhi di frutta o cioccolata calda sono ugualmente perfetti.

INGREDIENTI

125 grammi di ricotta

2 uova

125 grammi di farina

100 ml di latte intero

120 grammi di mirtilli freschi

un pizzico di sale

yogourt (a piacere)

miele (a piacere)

un cucchiaio di lievito

un cucchiaio di zucchero

olio e burro per friggere

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Il procedimento  è abbastanza semplice: in una capiente zuppiera ho mescolato la farina col lievito, lo zucchero, il pizzico del sale e ho fatto la classica fontanella al centro, dove ho versato prima i due rossi di uovo e poi il latte. Per mescolare ho usato la frusta così da evitare che si formassero grumi. Poi, seguendo le indicazioni di chef Ramsay, ho ridotto la ricotta in crema schiacciandola con una forchetta e l’ho aggiunta al composto di farina insieme ai mirtilli (precedentemente lavati!), quindi ho lasciato riposare per il tempo necessario a montare a neve gli albumi, che ho aggiunto al composto, cominciando con una sola cucchiaiata, così da allentare l’impasto prima di versare anche il resto. A questo punto non restava che cuocerli.  Ho messo a scaldare in una padella antiaderente una noce di burro e uno cucchiaio di olio (serve a evitare che si bruci durante la cottura) e appena il burro si è sciolto ho versato un po’ di composto, abbastanza per fare una frittella piuttosto grande.

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Il vero problema è stato mantenere una forma rotonda! Ho fatto cuocere ogni pancake  un paio di minuti per lato e quindi li ho impilati uno sull’altro via via che li friggevo, cospargendoli di miele toscano di melata. Devo ammettere, però, che pur amando molto il miele di tutti i tipi, lo sciroppo di acero resta il miglior condimento per i pancakes. Chef Ramsay consiglia di tenerli in caldo nel forno fino a quando non sono cotti tutti,  ma ne ho preparati pochi, eravamo in due a merenda, e quindi non ce n’è stato bisogno: li abbiamo mangiati caldi al punto giusto. La crema di yogourt usata per condirli, l’ho guarnita  con foglie di menta, un po’ per dare colore e un po’ perché ne avevo in casa di profumatissima e mi sembrava che ci stesse bene. E ci stava.

Certo, i pancakes a merenda non cambiano la vita, ma vuoi mettere con quelle mefitiche merendine industriali che ne mangi dieci e hai sempre fame?! Con i pancakes è impossibile rimanere affamati…